Benvenuti al nostro Blog

Benvenuti al Blog ReikiLife Cifor per seguirci e ricevere notifiche dei nuovi articoli inserisci il tuo indirizzo mail sulla dx.

lunedì 4 maggio 2015

Riqualifica nel Reiki

Corso annuale per Master
Possiamo parlare di due fasi formative nel Reiki quella pre e quella post legge n°4 del 13 gennaio 2013 che regola la disposizione in materia di professioni non organizzate. Prima di questa legge chiunque parlasse di formazione professionale o formazione che andasse oltre il canonico week end formativo veniva contestato e criticato.  La motivazione di tali critiche era  che si usasse tali termini per lucrare, mentre il Reiki, per sua matrice era sistema semplice che non richiedeva grandi approfondimenti o una specifica formazione, che andasse oltre quella proposta formativa del week end, somministrata dalla maggior parte delle scuole e dai master Reiki. Dopo l'avvento della legge sopra citata la parola professionale o Corsi professionali di Reiki è diventata di uso comune nell'ambito Reiki. Ora si parla di riqualificare gli operatori Reiki per dare loro una corretta e giusta formazione tale da potersi proiettare nell'ambito lavorativo in modo adeguato e con la giusta preparazione. Noi del Centro italiano di formazione per operatori Reiki non possiamo che essere felici di tale cambiamento. Siamo in fatti stati pionieri della formazione professionale e proponevamo corsi professionali di reiki già 15 anni fa avendo inserito nei nostri percorsi  formativi programmi di studio specifici per i vari sistemi così come il  tirocinio settimanale e gli esami di verifica prima di rilasciare le nostre certificazioni. I nostri corsi vanno da sempre oltre il canonico week end formativo e abbiamo costruito la nostra scuola Reiki su questa idea di formazione. Abbiamo fronteggiato le critiche  di coloro che non volevano cambiare i loro standard formativi passando dal week end ai 9 mesi che proponeva il nostro corso di formazione. Siamo dunque entusiasti e più che felici nel vedere che oggi diverse scuole reiki e master siano pronti a cambiare il loro modo di formare gli operatori Reiki. 
tirocinio di formazione settimanle 
Ma analizziamo meglio la parola professionale con l'intento di dare sempre le giuste informazioni a chi ci segue. Professionale; che costituisce o che riguarda una professione: attività, esperienza p.; che prepara all'esercizio di una professione, di un mestiere: istruzione, scuola p. Ma forse la parola che più si addice al nostro caso è Professionalità;  Complesso di qualità che distinguono il professionista dal dilettante, quali la competenza, la costanza dell'impegno, la scrupolosità ecc.: 

Come spiegato sopra la  professionalità si raggiunge attraverso l'acquisizione di specifiche competenze  attraverso lo studio, la scrupolosità e l'impegno perpetuate nel tempo. Questo distingue il professionista dal dilettante. 
Ed è esattamente partendo da questo  punto che cerchiamo da ormai 15 anni di cambiare lo standard formativo nel Reiki. 
La mia domanda però sorge spontanea possono un week end formativo un seminario full immersion di due giorni creare un operatore professionale? Può un corso di due giorni formare un maestro di Reiki professionale? 
E' partendo da questa domanda e dalla conseguente scontata risposta che la parola riqualifica diventa un'opportunità significante. Chiaramente stiamo affrontando la tematica strutturale e formativa della qualifica e non la parte legislativa di validità delle certificazione che è tema che affronteremo in un alto articolo.
workshop di approfondimento
Ma andiamo a vedere anche per questo termine la sua etimologia; 
riqualificarsi; Rendere qlco. qualitativamente migliore: r. la scuola; dare a un lavoratore una diversa o migliore qualifica professionale
riqualificarsi significa dunque acquisire una diversa o migliore qualifica professionale migliorando attraverso dei corsi specifici le proprie competenze.
Parlandone praticamente se un operatore che ha fatto un corso di reiki di un week end vuole ampliare la propria conoscenza e le proprie competenze dovrà necessariamente avvalersi di un corso che gli possa offrire un percorso formativo tale da migliorare e approfondire quelle che sono le sue conoscenza acquisite nell'ambito del reiki. Questo a mio avviso non può avvenire attraverso un altro corso di un week end sarebbe un grande contro senso e non avrebbe nessuna reale efficacia se non quella di appendere al muro un altro attestato. Come si può riqualificare un operatore non professionale che ha seguito un corso di due giorni attraverso un altro corso di due giorni?
La soluzione a tale problema è quella di  frequentare un corso serio che possa offrire un programma formativo  al termine del quale l'operatore possa effettivamente sentirsi pronto e sicuro di affrontare un esperienza lavorativa professionale con il Reiki. Questo corso deve avere un durata coerente con quelli che sono i tempi di apprendimento sia teorico che pratico dell'operatore e non può dunque, per nostra esperienza decennale, durare meno di 6 mesi. 
Stesso discorso vale per il Master. Diventare maestri in due giorni e poi volersi riqualificare a Master professionale con un altro corso di due giorni non ha nessun senso logico. Un Maestro, io preferisco il termine docente o insegnante, per chiamarsi tale deve poter offrire competenza e professionalità, acquisita attraverso lo studio scrupoloso e approfondito della materia, che insegna nei propri corsi di formazione.  Tutto ciò deve neccessariamente passare attraverso molti anni di pratica assidua su di sé e sugli altri. Altrimenti cosa sarà in grado di offrire ai propri studenti a parte l'attivazione e il pezzo di carta? Noi del centro italiano di formazione per operatori Reiki siamo fortemente favorevoli ad un cambiamento di tendenza al riguardo della formazione ma a patto che sia una formazione SERIA e non un escamotage per cambiare attestato aderendo a corsi che di professionale hanno solo la sigla. Quello che distiguerà un operatore o master professionale da un operatore o master dilettante sarà una corretta e seria formazione. Altra ambiguità sta in quei corsi dove pagando una quota senza fare nessuna reale formazione aggiuntiva ci si riqualifica  In questo modo invece di migliorare la qualità della formazione continueremo ad avere lo stesso standard. Ciò che sarà cambiato sarà semplicemente la dicitura sui nuovi attestati. Noi crediamo che per dare credibilità al sistema Reiki ci sia bisogno di grande impegno e dedizione da parte di tutti gli addetti ai lavori. Noi stiamo facendo la nostra parta con serietà a dedizione perché siamo convinti che le scorciatoie non portino ad arrivare prima ma servono spesso solo a confonderci e perdere risorse e tempo.
Buon Reiki a tutti.

Graziano Scarascia
seguici anche su Youtube https://www.youtube.com/user/reikilifecifor  e sul sito www.Reikilife.it

giovedì 15 gennaio 2015

Il Reiki non è una cura ma si prende cura

Quando ci si approccia ad un metodo di cura alternativo o terapia complementare si tende molto a storcere il naso e ad avere dubbi sulla loro reale efficacia. Molti asseriscono che quall'ora un effetto si producesse esso si possa attribuire all' effetto placebo o basato sulla mera suggestione. Uno di questi metodi che molto si è diffuso negli ultimi 100 anni e che ha toccato un po tutti gli ambienti sociali è il Reiki. Esso si è inserito nel tessuto sociale attraverso dei seminari full imersion della  durata di un week end. Il reiki è stato proposto in modo semplice e veloce e per questo ha avuto una grande diffusione. Ma ciò che apparentemente è stato il suo punto di forza è diventato molto presto il suo tallone di achillee. Come poteva un metodo che veniva insegnato in due soli giorni essere poi veramente efficace e funzionare? Come poteva un sistema che formava insegnanti in corsi di un week end offrire qualità e competenza?
Infatti il livello di della formazione si è lentamente deteriorato e impoverito ed il reiki ha subito molte contaminazioni perdendo di vista quale era lo spirito e l'intento originario. Si è dato molta enfasi all'aspetto curativo del sistema a scapito dell'aspetto trascendentale e introspettivo. Inoltre le diverse contaminazioni hanno contribuito a creare molta confusione. In questo modo il Reiki ha offerto il fianco alle molte critiche che gli vengono oggi mosse.
Ma il Reiki è veramente efficace? Il Reiki funziona o è solo un ottimo mezzo per suggestionare e creare effetti placebo? Il fine del Reiki è curare le malattie? 
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza cercando di mettere ogni cosa al posto giusto.
Durante un intervista al fondatore Mikao Usui  asseriva del Reiki;
"È antica usanza insegnare il metodo solo ai miei discendenti per conservare la ricchezza in una famiglia. Soprattutto le società moderne in cui viviamo desiderano condividere la felicità dell'esistenza in comune e della prosperità. Perciò non lascio che la mia famiglia tenga il metodo per noi stessi.
Il mio Usui Reiki Ryoho è un originale, non c'è nulla di simile al mondo. Perciò desidero dare il mio metodo al pubblico per il vantaggio di ognuno e la speranza della felicità per tutti. Il mio Reiki Ryoho è un metodo originale basato sul potere intuitivo dell'universo. Per mezzo di questo potere, il corpo si sana e si esaltano la felicità della vita e la pace mentale.
Oggi giorno la gente ha bisogno di miglioramenti e di ricostruzione dentro e fuori la vita, perciò la ragione per cui dò il mio metodo al pubblico è quella di aiutare la gente con le malattie del corpo e della mente."

Prima di capire come agisce il reiki e a che livello esso lo fa dobbiamo comprendere bene come esso agisce. Il Reiki può essere considerata una cura? Analizziamo parola CURA un po' più da vicino;
La parola cura deriva dal latino cura. Nella sua più antica forma ,cura, si scriveva in latino  coera  e veniva utilizzata e  usata in contesti di relazioni di amicizia e di amore. Essa stava indicare un atteggiamento di vigilanza, attenzione e premura così come anche inquietudine e  preoccupazione verso un oggetto che aveva valore o una  persona cara e amata. La parola Cura è infatti meno intrisa dalla connotazione medica o sanitaria che invece è dominante nelle parole diagnosi e terapia che sono due termini di derivazione greca. Durante la sua evoluzione la parola cura è stata corredata dagli apporti cristiani che hanno introdotto il senso della cura dell'anima prima ancora che venisse attraversata dal sapere medico. Perso oramai quel significato di affanno, oggi è dominante quello di premura, impegno,interessamento, attenzione  verso qualcuno oppure qualcosa con l'intento di preservare o conservare qualcosa sottraendola dal danno o dal male così da poterne favorire il loro pieno potenziale e sviluppo. In effetti ci si può prendere cura sia delle cose così come degli esseri umani. Il significato di Cura indica uno stato psichico di sollecitudine, diligenzapremura, zelo, delicatezza e attenzione. Esso riassumendo indica e descrive nella sua essenza un atteggiamento di natura empatica dove l'individuo si immedesima e si adopera per entrare in risonanza con l'altro. Parliamo dunque di relazione con l'altro/a implicando anche dinamiche transferali di affetto e di amore. Rapportando la parola Cura, nel suo più puro significato, con la pratica del Reiki essa dispone l'animo e la mente dell'operatore e le orienta in modo continuo e costante verso il rapporto e la relazione con il ricevente invitando a prendersene "cura" e ad occuparsi di esso. Questo atteggiamento dell'operatore non ha bisogno di essere esibito perché è insito in colui che decide di avere a che fare "professionalmente" con persone che soffrono e vivono un disagio. Diverso quando il significato di Cura e terapia vengono utilizzati come sinonimi, ma in effetti non lo sono, in questo specifico caso la parola cura non può essere scissa dai mezzi (facendo esempi, cura della pelle, cura antibiotica, cura farmacologica etc.) che sono predominanti. Dunque nella pratica del reiki intendiamo come cura quell'atteggiamento o intento dell'operatore di "prendersi cura dell'altro" e non può rientrare nella categoria della Guarigione. Quello che avviene durante un trattamento Reiki è che diamo  la nostra disponibilità e focalizziamo la nostra attenzione mettendo a disposizione le nostre competenze ed esperienze acquisite per favorire nell'altro uno stato benessere e armonia tra l'universo interno in relazione con ambiente esterno in cui esso vive. 
(Micro e Macrocosmo, Rei e Ki)
Osservando il punto di vista del ricevente è rilevante mettere in evidenza l'esperienza del sentirsi accolto e "preso in cura" creando così i presupposti importanti per costruire una relazione di fiducia con l'operatore. Attraverso questa relazione di fiducia il ricevente avrà l'opportunità di rafforzare la fiducia in sé stesso così come la capacita insita di rinsaldare e prendersi cura di sé stesso. L'intento del Reiki è nella sua più intima essenza quello di sviluppare nell'altro le capacità  e la consapevolezza dei propri mezzi e potenzialità così da poterli sviluppare per vivere armonicamente con se stesso e con tutto ciò che lo circonda. Reiki però non è in senso medico un cura che guarisce esso però stimola e ed accelera il processo di autoguarigione. Concludo dicendo che il Reiki ti cura ma non cura per cui è importante fare questa sottile ma importante distinzione per non cadere nell’errore di credere che il reiki possa in sé stesso curare come una medicina le malattie. Come abbiamo spiegato il Reiki si prende cura creando i migliori presupposti affinché si possa ristabilire quell’equilibrio essenziale per poter preservare una condizione di salute e benessere. Tale processo deve avvenire attraverso un processo autonomo. Il Reiki partendo da una visione unitaria e olistica prende in considerazione l’essere come unità e non scinde corpo mente e spirito. Inoltre considera l’essere parte integrante dell’ambiente in cui si muove e vive. Le dinamiche energetiche nascono dalla interazione tra l’ambiente e gli individui inserite nei contesti che si vengono a creare quotidianamente. Gli aspetti guaritivi sono intesi come un processo di evoluzione su più livelli e non solo sull’aspetto fisico. Ristabilire un equilibrio è fondamentale per chi vive una situazione di disagio sia che esso sia mentale, fisico o anche spirituale ed il reiki offre con la sua metodica un ottimo ed efficace metodo per lavorare, anche autonomamente, affinché le cause del disagio possano essere elaborate e metabolizzate. Questo fattore umanistico relazionale del reiki può fungere da ponte tra il sistema professionale sanitario e le discipline olistiche che non devono avere la pretesa di sostituirsi alle cure mediche ne di scavalcarle ma possono coesistere trovando quel denominatore comune che è l’amore per il prossimo. Solo così entrambi hanno la possibilità di uscirne arricchiti potendo in questo modo migliorare le cure e la cura delle persone sofferenti.

Reiki Master Graziano Scarascia

giovedì 18 settembre 2014

Come eseguire un autotrattamento

Autotrattamento Reiki Tutorial




L'autotrattamento Reiki è il mezzo più importante di questo sistema bioenergetico. Esso da la possibilità di autotrattarsi in qualsiasi momento della giornata o in qualsiasi luogo e momento noi lo riteniamo utile. Semplice ma di grande efficacia questo trattamento puo essere veramente utile per riequilibrare e riarmonizzare le nostre energie. In questo tutorial spiegherò come farlo.




  1. Per prima cosa troviamo un luogo tranquillo dove possiamo passare i prossimi 20 - 25 min. Vorrei pero ricordare che questo trattamento può essere fatto dappertutto  a casa come   anche seduti nella metropolitana o in un treno durante il vostro viaggio. Insomma l'ambiente esterno aiuta ma non è fondamentale.
  2. una volta trovato il luogo ci sediamo/sdraiamo o anche in piedi e eseguiamo la centratura. La centratura consiste ne mettere le nostre mani sulla zona cardiaca (chakra del Cuore) a quel punto pronunciamo mentalmente il nostro intento. (esempio: Reiki manifestati in me guida la tua energia sanatrice affinché il mio essere corpo mente e spirito trovino armonia e bilanciamento.) La centratura serve anche per entrare in una spazio mentale di meditazione che ci aiuta a sintonizzarci con la nostra essenza.
  3. Terminata la centratura chiudiamo gli occhi ed iniziamo a mettere le nostre mani una a fianco all'altra sul chakra della corona o 7° Chakra una mano a fianco all'altra. Il settimo chakra, detto della corona, è ritenuto la sede dell'illuminazione in cui l'Io individuale si congiunge con quello cosmico universale, determinando le esperienze mistiche di pace e beatitudine. A livello corporeo è associato all'epifisi, la cosiddetta ghiandola pineale, la cui funzione, non ancora del tutto chiarita, sembra in relazione con la capacità di adattamento ai ritmi del giorno e della notte, e in generale con i processi di crescita e invecchiamento. La cosa importante nella fase di trattamento è lasciare fluire l'energia vitale attraverso le nostre mani senza creare aspettative ma semplicemente osservando le nostre sensazioni. Rimaniamo in ascolto e lasciamo le mani per almeno 3 minuti in quella posizione. Se dopo 3 minuti sentite la necessita di rimanere ancora in quella posizione lo potete fare tranquillamente. Con il tempo e l'esperienza sentiremo esattamente quanto sostare in ogni punto.
  4. Ora una mano alla volta passiamo al 6° Chakra che è collocato fra le due sopracciglia, nel plesso cavernoso o tra le sopracciglia. La mani a coppa vano poste sopra le nostre orbite oculari mentre le nostre dita toccano le l'attaccatura dei capelli. Il sesto chakra, detto della fronte, riguarda la capacità di comprendere la realtà vibratoria sovrasensibile, ed è quindi in relazione con le facoltà di intuizione e di visione delle entità normalmente non percepibili. Ad esso è collegato in effetti anche il cosiddetto terzo occhio. A livello fisico corrisponde all'ipofisi, che esercita un'influenza su tutte le altre ghiandole endocrine. Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  5. Ora una mano alla volta passiamo al 5° Chakra  della gola detto anche plesso laringeo. In questo caso sempre a coppa le mani vanno a coprire la circonferenza del collo. l quinto chakra, detto della gola, attiene alla capacità di comunicare e alle svariate forme di espressione come la musica, la danza, l'arte, e in generale col ritmo. Sul piano fisico corrisponde alla tiroide, che scandisce il tempo interno della crescita e del metabolismo.  Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  6. Ora una mano alla volta passiamo al 4° Chakra Questo chakra è situato nella regione del plesso cardiaco. l lquarto chakra, detto del cuore, è associato all'amore e alla capacità di amare incondizionatamente. Esso è leggermente spostato verso sinistra rispetto agli altri chakra situati lungo la verticale che va dal capo all'addome. La ghiandola a cui corrisponderebbe è il cuore, che può essere inteso in effetti come organo endocrino, responsabile della produzione dell'ormone atriale natiuretico (atrial naturetic factor, abbreviato in ANF), sul quale tuttavia non c'è ancora una letteratura medica. Secondo altre opinioni, il chakra del cuore corrisponderebbe alla ghiandola del timo, anche se questa non si trova propriamente in corrispondenza di esso e tende inoltre a predere la sua influenza superata la pubertà.  Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  7. Ora una mano alla volta passiamo al 3° Chakra Si trova nella regione del plesso epigastrico, all'altezza plesso solare. Le mani in questa posizione vengono tenuta a coppa una sotto l'altra. Il terzo chakra, detto ombelicale, situato nella zona del plesso solare, attiene al desiderio di potere e alla volontà di manipolare il mondo per trovare il proprio posto nella società. Per la sua capacità di assimilare e riadattare quello che la vita propone, esso è collegato alle funzioni digestive e in particolare col pancreas, ghiandola esocrina che contiene anche delle cellule endocrine, responsabili della produzione di insulina e glucone. Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  8. Ora una mano alla volta passiamo una mano sulla zona del fegato e l'altra sulla zona della milza.  Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  9. Ora una mano alla volta passiamo al 2° Chakra esso  è situato alla base dell'organo genitale e dita sotto all'ombelico, nella zona corrispondente al plesso sacraleIl secondo chakra, detto sacrale o sessuale, è maggiormente in relazione con la sessualità e con la sua componente emotiva, ma anche con la creatività, il senso della bellezza, e l'autostima. Sul piano fisico corrisponde alle ghiandole germinali, che influenzano lo sviluppo dei caratteri sessuali. Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  10. Ora una mano alla volta passiamo al 1° Chakra ultima posizione dell'autotrattamento. Situato alla base della colonna vertebrale, tra l'ano e gli organi genitali esterni nella zona del plesso coccigeo. Le mani in questa posizione vengono poste sopra i nostri genitali una sopra all'altra. l primo chakra, detto anche della radice, attiene alla volontà di sopravvivenza e alla soddisfazione degli istinti primari, come il mangiare, il dormire, e l'aspetto meramente fisico della sessualità finalizzato alla riproduzione. Sul piano corporeo esso corrisponde ai surreni, la cui parte midollare secerne gli ormoni adrenalina e noradrenalina, mentre quella della corteccia gli ormoni cortisoidi. Essi garantiscono l'adattabilità nelle situazioni di pericolo e la capacità di adattamento a sforzi particolarmente intensi. Così come per la posizione precedente sostiamo per almeno 3 minuti.
  11. Con questa posizione avete terminato. Come avevo detto prima semplice ma di grande efficacia e beneficio. 


Ricordiamo che il trattamento Reiki;
• stimola il nostro sistema immunitario,
• favorisce l’eliminazione delle tossine,
• potenzia le nostre energie,
• aiuta a rilassarci
• aumenta l’autostima e la fiducia nella vita,
• aumenta la consapevolezza,
• attenua lo stress e riduce l’ansia
• stimola la manifestazione dei talenti e abilità per attuare il cammino di vita che ci è più congeniale...



Guarda il video dell'autotrattamento Reiki



Visita il nostro canale Youtube su https://www.youtube.com/user/reikilifecifor

Iscriviti alla nostra Newsltter per essere sempre aggiornato su le nostre attività.
http://www.reikilife.it/contatti/newsletter-reikilife-cifor/

Visita il nostro sito su http://www.Reikilife.it

Ricevi gratuitamente il libro "Reiki Svelato" Leggi come riceverlo su
http://www.reikilife.it/libro-reiki-2/


Reiki master 
Graziano Scarascia

Fonti utilizzate per la descrizione dei chakra Wikipedia


mercoledì 17 settembre 2014

L'intento del Reiki

Shin Shin Kaizen Usui Reiki Ryoho questa la definizione attribuita dal suo fondatore Sensei Mikao Usui che tradotto significa Metodo di trattamento Usui Reiki per il miglioramento del corpo e della mente. La pratica costante di tale metodo porta a al raggiungimento della perfezione personale  Il Satori (悟, Satori, dal giapponese satoru, "rendersi conto"; <cinese>Wù), nella pratica del Buddismo Zen essa indica l'esperienza del risveglio inteso in senso spirituale nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto dell'osservazione. fonte Wikipedia) Secondo Hiroshi Doi Sensei Mikao Usui ebbe due Satori uno di questi lo ebbe in sogno dove prese consapevolezza di quale era il suo il suo reale scopo nella vita che in giappone si chiama Anshin Ritsumei.  In questo particolare non ordinario stato di coscienza la mente sta totalmente in pace senza che nulla e nessuno la possa disturbare ed è in questo stato di consapevolezza che si riesce a comprendere quale è il proprio scopo nella vita. Andando nello specifico la parola Anjin, Anshin significa "pace nella mente - coscienza" (Kokoro) ottenuta nel buddismo Zen attraverso la ricerca infruttuosa della mente: se la mente non può essere trovata essa non può arrecare alcun disturbo. Conosciuto anche come Dai-Anjin, (grande pace). Mentre il secondo Satori lo ottenne  sul monte Kurama e fu così forte da fargli perdere conoscenza per alcune ore. 
IL vero scopo della pratica Reiki secondo Usui  non è quello sviluppare un forte Ki per curare gli altri bensì  camminare il sentiero che porta al Satori perfezionando durante tale percorso se stessi. Mi trovo completamente d'accordo con questo intento e lungo il mio cammino verso la vera parte di me ho sempre di più abbandonato l'idea del guaritore. Ogni sentiero per quanto in compagnia lo percorriamo da soli ed è lungo tale percorso che avviamo un processo di trasformazione profonda. Tornando all'intento profondo del Reiki dobbiamo introdurre il Dai Ko Myo. Conosciuto come il simbolo master viene usato nelle cerimonie di attivazione. Ha pero un significato profondo e deriva da una famosa preghiera che veniva e viene usata nelle arti marziali prima e dopo le lezioni. Il Dai Ko Myo sta alla base del patrimonio spirituale del metodo di Sensei Mikao Usui. 

 La preghiera o benedizione recita Shikin Haramitsu Daikomyo 詞韻波羅蜜大光明, Il Kanji Shikin”possiede quattro demensioni.

  • La prima dimensione è un cuore compassionevole che esprime amore verso ogni cosa.
  • La seconda è un cuore sincero che segue ciò che è giusto
  • La terza è un cuore in armonia con l'ordine naturale.
  • L'ultimo aspetto è un cuore volto verso uno scopo a scelta.
Combinati insieme,questi quattro elementi conducono ad una grande saggezza, “ Haramitsu”,donando una potente aura.                        Dai 大  significa grande. Mentre ko mio 光明  si traduce come  "luce brillante' dell' illuminazione" - "la luce del tuo cuore" - "Lo splendore di una Divinità". L'espressione manifesta della Luce della Sapienza: il mezzo attraverso cui "l'illuminazione scende su di noi.". "Un'aura brillante ed illuminata". Ma Ko Myo 光明 può  anche essere letteralmente tradotta con "brillante futuro, o speranza"
Quindi, nel suo complesso, Shikin Haramitsu Daikomyo 詞韻波羅蜜大光明 sembra avere il significato di "cercare un futuro luminoso di illuminazione, amando, essendo vero e naturale perseverante con dedizione"
Questa grande luce non la troveremo nelle molteplici manifestazioni del nostro EGO ma nella completa assenza di esso. Auguro a tutta l'umanità Shikin Haramitsu Daikomyo 詞韻波羅蜜大光明
Graziano Scarascia

venerdì 7 febbraio 2014

Usui Teate

Andrew Bowling e Chris Marsh
Uno degli stili di Reiki oggi diffuso è l' Usui Teate che tradotto significa "il tocco delle mani di Usui" Tale sistema è stato introdotto da Chris Marsh e Andrew Bowling. Chris Marsh viaggiava spesso in giappone essendo egli un maestro di Arti marziali ed è in uno dei suoi viaggi che conobbe Suzuki-San un monaca buddista che era stata allieva diretta Di Mikao Usui Sensei.
Secondo il metodo Usui Teate, Usui Sensei riscrisse i suoi insegnamenti come  un "Metodo per raggiungere la perfezione personale".
viene inoltre spiegato che questi insegnamenti sono incentrati sulla pratica spirituale [che può essere intrapresa a prescindere inclinazioni religiose dello studente], e in realtà non equiparabile con ciò che generalmente intendiamo con il termine 'Reiki'
Citando Andy Bowling, l' Usui Teate è " è la Via spirituale intrapresa da Usui Sensei che ha portato alla nascita del Reiki."
La cura con il palmo della mano era pratica secondaria nel Dojo di Usui Sensei. Infatti la guarigione degli altri sarebbe un effetto secondario che emerge attraverso le pratiche per lo sviluppo della consapevolezza del sè. Gli insegnamenti del Usui Teate erano considerati essere 'speciali', ma non 'Segreti', e venivano insegnati solo direttamente sulla base continuativa della trasmissione verbale "One to One"
A quanto pare gli insegnamenti di Usui Sensei (Basati sul buddismo e sul scintoismo ) erano adattati e personalizzati per soddisfare le esigenze di ogni singolo studente. Ad ogni studente veniva insegnato solo ciò che esso era considerato pronto a comprendere e ad apprezzare in quel particolare momento del suo percorso.
Le pratiche spirituali iniziali del Usui Teate si concentrano sulla 'pulizia', 'apertura' e 'Consapevolezza' che fungono da precursori per l'auto-guarigione. La ricezione del Reiju (Trasmissione di un impulso spirituale da parte dell'insegnate) serviva per favorire il proprio percorso spirituale aiutando lo studente a scoprire quale era la sua vera essenza. Reiju era una funzione praticata nelle fasi iniziali del percorso è non aveva dunque il fine di migliorare le capacita curative.
L'usui Teate non è dunque qualcosa che si possa apprendere nel corso di un week end così come non lo si puoi apprendere in un anno ma è più un percorso di crescita personale che si espleta nel corso di una vita. Gradualmente, nel tempo, gli studenti vengono introdotti a lavorare con un serie di meditazioni volte a l'approfondimento / sviluppo della loro spiritualità.
l'Usui Teate prevede l'utilizzo dei Kotodama (vi invito a consultare la pagina per ulteriori chiarimentihttp://www.reikilife.it/simboli-reiki-kotodama/
Il Centro Italiano di formazione per operatori Reiki condivide appieno questo orientamento per quanto riguarda la sua filosofia di insegnamento. Da anni il centro si batte per una formazione professionale e seria che va oltre il canonico week end formativo. Per ulteriori informazioni visitate il nostro sito su www.Reikilife.it


Graziano Scarascia

martedì 19 giugno 2012

Evolversi attraverso il Reiki


Nel momento stesso in cui il Reiki agisce sui processi nascosti che hanno attivato un disagio o un blocco, comporta inevitabilmente una crescita, una profonda trasformazione interiore.
Attiva nuove comprensioni, ci da il coraggio di vedere con nuovi occhi i propri blocchi e le proprie paure.
Attiva la disponibilità a rimettere in discussione qualcosa di sé. Diventare "operatore Reiki" significa infatti essere disposti ad individuare, analizzare ed esplorare le cause profonde dei nostri malesseri e i traumi che li hanno generati e che spesso risalgono ad esperienze dell'infanzia o del periodo della gestazione.... Con le tecniche di secondo livello è possibile addirittura "trattare" la propria vita e gli eventi traumatici vissuti.
Crescita personale dunque, intesa come trasformazione delle forme pensiero che ci limitano, ci condizionano e possono influenzare la realtà esterna, fino a determinare le situazioni che creiamo nella nostra vita.
Il Reiki......è il mezzo che ci guida, insegnandoci ad utilizzare la nostra mente per creare una realtà concreta, positiva ed amorevole in cui vivere ed operare!!!!!
Caty

Reiki : oltre la prigione degli schemi mentali


Reiki : oltre la prigione degli schemi mentali


La libertà interiore, tanto agogniata può essere sperimentata solo se la nostra mente è sgombra da convinzioni e credenze obsolete nelle quali ci identifichiamo e sulle quali abbiamo costruito l'immagine del nostro sè.
Un immagine derivante da ciò che ci hanno fatto credere famiglia ,cultura, società,ecc..
La libertà interiore è un obiettivo da raggiungere. Esso richiede coraggio, impegno e dedizione verso se stessi .
E' un processo che include varie fasi :iniziando dal riconoscimento e dall'accettazione del proprio sè ,impariamo gradualmente  a conoscerci oltre l'immagine accolta e consolidata nella nostra mente su ciò che eravamo certi di essere.
Attraverso il percorso Reiki scopriamo che l'immagine nella quale ci identifichiamo in realtà è solo la nostra prigione ,dove noi siamo carcerati e carcerieri allo stesso tempo.
Con la pratica del Reiki si crea un ponte  tra conscio e inconscio che ci consente di vedere oltre qualsiasi identificazione. Andare oltre dipende da noi, "se vogliamo," siamo liberi di abbandonare le false identificazioni collegate al pensiero ,il quale ci sballotta continuamente tra pasato e futuro facendoci perdere l'unico momento reale : ADESSO !
Solo nel momento in cui diveniamo consapevoli che l'unico potere di cui disponiamo per costruirci nel rispetto della nostra vera natura risiede nell'attimo presente, siamo liberi di scegliere e sperimentare così la forma più autentica di libertà.
Reiki ci mostra quello che realmente siamo e ciò ci consentirà di scoprire il potenziale latente che giace indisturbato dentro ognuno di noi .
" Reiki è un mezzo, se e come usarlo dipende solo da noi ".
Un abbraccio di Luce
Costy