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lunedì 4 maggio 2015

Riqualifica nel Reiki

Corso annuale per Master
Possiamo parlare di due fasi formative nel Reiki quella pre e quella post legge n°4 del 13 gennaio 2013 che regola la disposizione in materia di professioni non organizzate. Prima di questa legge chiunque parlasse di formazione professionale o formazione che andasse oltre il canonico week end formativo veniva contestato e criticato.  La motivazione di tali critiche era  che si usasse tali termini per lucrare, mentre il Reiki, per sua matrice era sistema semplice che non richiedeva grandi approfondimenti o una specifica formazione, che andasse oltre quella proposta formativa del week end, somministrata dalla maggior parte delle scuole e dai master Reiki. Dopo l'avvento della legge sopra citata la parola professionale o Corsi professionali di Reiki è diventata di uso comune nell'ambito Reiki. Ora si parla di riqualificare gli operatori Reiki per dare loro una corretta e giusta formazione tale da potersi proiettare nell'ambito lavorativo in modo adeguato e con la giusta preparazione. Noi del Centro italiano di formazione per operatori Reiki non possiamo che essere felici di tale cambiamento. Siamo in fatti stati pionieri della formazione professionale e proponevamo corsi professionali di reiki già 15 anni fa avendo inserito nei nostri percorsi  formativi programmi di studio specifici per i vari sistemi così come il  tirocinio settimanale e gli esami di verifica prima di rilasciare le nostre certificazioni. I nostri corsi vanno da sempre oltre il canonico week end formativo e abbiamo costruito la nostra scuola Reiki su questa idea di formazione. Abbiamo fronteggiato le critiche  di coloro che non volevano cambiare i loro standard formativi passando dal week end ai 9 mesi che proponeva il nostro corso di formazione. Siamo dunque entusiasti e più che felici nel vedere che oggi diverse scuole reiki e master siano pronti a cambiare il loro modo di formare gli operatori Reiki. 
tirocinio di formazione settimanle 
Ma analizziamo meglio la parola professionale con l'intento di dare sempre le giuste informazioni a chi ci segue. Professionale; che costituisce o che riguarda una professione: attività, esperienza p.; che prepara all'esercizio di una professione, di un mestiere: istruzione, scuola p. Ma forse la parola che più si addice al nostro caso è Professionalità;  Complesso di qualità che distinguono il professionista dal dilettante, quali la competenza, la costanza dell'impegno, la scrupolosità ecc.: 

Come spiegato sopra la  professionalità si raggiunge attraverso l'acquisizione di specifiche competenze  attraverso lo studio, la scrupolosità e l'impegno perpetuate nel tempo. Questo distingue il professionista dal dilettante. 
Ed è esattamente partendo da questo  punto che cerchiamo da ormai 15 anni di cambiare lo standard formativo nel Reiki. 
La mia domanda però sorge spontanea possono un week end formativo un seminario full immersion di due giorni creare un operatore professionale? Può un corso di due giorni formare un maestro di Reiki professionale? 
E' partendo da questa domanda e dalla conseguente scontata risposta che la parola riqualifica diventa un'opportunità significante. Chiaramente stiamo affrontando la tematica strutturale e formativa della qualifica e non la parte legislativa di validità delle certificazione che è tema che affronteremo in un alto articolo.
workshop di approfondimento
Ma andiamo a vedere anche per questo termine la sua etimologia; 
riqualificarsi; Rendere qlco. qualitativamente migliore: r. la scuola; dare a un lavoratore una diversa o migliore qualifica professionale
riqualificarsi significa dunque acquisire una diversa o migliore qualifica professionale migliorando attraverso dei corsi specifici le proprie competenze.
Parlandone praticamente se un operatore che ha fatto un corso di reiki di un week end vuole ampliare la propria conoscenza e le proprie competenze dovrà necessariamente avvalersi di un corso che gli possa offrire un percorso formativo tale da migliorare e approfondire quelle che sono le sue conoscenza acquisite nell'ambito del reiki. Questo a mio avviso non può avvenire attraverso un altro corso di un week end sarebbe un grande contro senso e non avrebbe nessuna reale efficacia se non quella di appendere al muro un altro attestato. Come si può riqualificare un operatore non professionale che ha seguito un corso di due giorni attraverso un altro corso di due giorni?
La soluzione a tale problema è quella di  frequentare un corso serio che possa offrire un programma formativo  al termine del quale l'operatore possa effettivamente sentirsi pronto e sicuro di affrontare un esperienza lavorativa professionale con il Reiki. Questo corso deve avere un durata coerente con quelli che sono i tempi di apprendimento sia teorico che pratico dell'operatore e non può dunque, per nostra esperienza decennale, durare meno di 6 mesi. 
Stesso discorso vale per il Master. Diventare maestri in due giorni e poi volersi riqualificare a Master professionale con un altro corso di due giorni non ha nessun senso logico. Un Maestro, io preferisco il termine docente o insegnante, per chiamarsi tale deve poter offrire competenza e professionalità, acquisita attraverso lo studio scrupoloso e approfondito della materia, che insegna nei propri corsi di formazione.  Tutto ciò deve neccessariamente passare attraverso molti anni di pratica assidua su di sé e sugli altri. Altrimenti cosa sarà in grado di offrire ai propri studenti a parte l'attivazione e il pezzo di carta? Noi del centro italiano di formazione per operatori Reiki siamo fortemente favorevoli ad un cambiamento di tendenza al riguardo della formazione ma a patto che sia una formazione SERIA e non un escamotage per cambiare attestato aderendo a corsi che di professionale hanno solo la sigla. Quello che distiguerà un operatore o master professionale da un operatore o master dilettante sarà una corretta e seria formazione. Altra ambiguità sta in quei corsi dove pagando una quota senza fare nessuna reale formazione aggiuntiva ci si riqualifica  In questo modo invece di migliorare la qualità della formazione continueremo ad avere lo stesso standard. Ciò che sarà cambiato sarà semplicemente la dicitura sui nuovi attestati. Noi crediamo che per dare credibilità al sistema Reiki ci sia bisogno di grande impegno e dedizione da parte di tutti gli addetti ai lavori. Noi stiamo facendo la nostra parta con serietà a dedizione perché siamo convinti che le scorciatoie non portino ad arrivare prima ma servono spesso solo a confonderci e perdere risorse e tempo.
Buon Reiki a tutti.

Graziano Scarascia
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giovedì 15 gennaio 2015

Il Reiki non è una cura ma si prende cura

Quando ci si approccia ad un metodo di cura alternativo o terapia complementare si tende molto a storcere il naso e ad avere dubbi sulla loro reale efficacia. Molti asseriscono che quall'ora un effetto si producesse esso si possa attribuire all' effetto placebo o basato sulla mera suggestione. Uno di questi metodi che molto si è diffuso negli ultimi 100 anni e che ha toccato un po tutti gli ambienti sociali è il Reiki. Esso si è inserito nel tessuto sociale attraverso dei seminari full imersion della  durata di un week end. Il reiki è stato proposto in modo semplice e veloce e per questo ha avuto una grande diffusione. Ma ciò che apparentemente è stato il suo punto di forza è diventato molto presto il suo tallone di achillee. Come poteva un metodo che veniva insegnato in due soli giorni essere poi veramente efficace e funzionare? Come poteva un sistema che formava insegnanti in corsi di un week end offrire qualità e competenza?
Infatti il livello di della formazione si è lentamente deteriorato e impoverito ed il reiki ha subito molte contaminazioni perdendo di vista quale era lo spirito e l'intento originario. Si è dato molta enfasi all'aspetto curativo del sistema a scapito dell'aspetto trascendentale e introspettivo. Inoltre le diverse contaminazioni hanno contribuito a creare molta confusione. In questo modo il Reiki ha offerto il fianco alle molte critiche che gli vengono oggi mosse.
Ma il Reiki è veramente efficace? Il Reiki funziona o è solo un ottimo mezzo per suggestionare e creare effetti placebo? Il fine del Reiki è curare le malattie? 
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza cercando di mettere ogni cosa al posto giusto.
Durante un intervista al fondatore Mikao Usui  asseriva del Reiki;
"È antica usanza insegnare il metodo solo ai miei discendenti per conservare la ricchezza in una famiglia. Soprattutto le società moderne in cui viviamo desiderano condividere la felicità dell'esistenza in comune e della prosperità. Perciò non lascio che la mia famiglia tenga il metodo per noi stessi.
Il mio Usui Reiki Ryoho è un originale, non c'è nulla di simile al mondo. Perciò desidero dare il mio metodo al pubblico per il vantaggio di ognuno e la speranza della felicità per tutti. Il mio Reiki Ryoho è un metodo originale basato sul potere intuitivo dell'universo. Per mezzo di questo potere, il corpo si sana e si esaltano la felicità della vita e la pace mentale.
Oggi giorno la gente ha bisogno di miglioramenti e di ricostruzione dentro e fuori la vita, perciò la ragione per cui dò il mio metodo al pubblico è quella di aiutare la gente con le malattie del corpo e della mente."

Prima di capire come agisce il reiki e a che livello esso lo fa dobbiamo comprendere bene come esso agisce. Il Reiki può essere considerata una cura? Analizziamo parola CURA un po' più da vicino;
La parola cura deriva dal latino cura. Nella sua più antica forma ,cura, si scriveva in latino  coera  e veniva utilizzata e  usata in contesti di relazioni di amicizia e di amore. Essa stava indicare un atteggiamento di vigilanza, attenzione e premura così come anche inquietudine e  preoccupazione verso un oggetto che aveva valore o una  persona cara e amata. La parola Cura è infatti meno intrisa dalla connotazione medica o sanitaria che invece è dominante nelle parole diagnosi e terapia che sono due termini di derivazione greca. Durante la sua evoluzione la parola cura è stata corredata dagli apporti cristiani che hanno introdotto il senso della cura dell'anima prima ancora che venisse attraversata dal sapere medico. Perso oramai quel significato di affanno, oggi è dominante quello di premura, impegno,interessamento, attenzione  verso qualcuno oppure qualcosa con l'intento di preservare o conservare qualcosa sottraendola dal danno o dal male così da poterne favorire il loro pieno potenziale e sviluppo. In effetti ci si può prendere cura sia delle cose così come degli esseri umani. Il significato di Cura indica uno stato psichico di sollecitudine, diligenzapremura, zelo, delicatezza e attenzione. Esso riassumendo indica e descrive nella sua essenza un atteggiamento di natura empatica dove l'individuo si immedesima e si adopera per entrare in risonanza con l'altro. Parliamo dunque di relazione con l'altro/a implicando anche dinamiche transferali di affetto e di amore. Rapportando la parola Cura, nel suo più puro significato, con la pratica del Reiki essa dispone l'animo e la mente dell'operatore e le orienta in modo continuo e costante verso il rapporto e la relazione con il ricevente invitando a prendersene "cura" e ad occuparsi di esso. Questo atteggiamento dell'operatore non ha bisogno di essere esibito perché è insito in colui che decide di avere a che fare "professionalmente" con persone che soffrono e vivono un disagio. Diverso quando il significato di Cura e terapia vengono utilizzati come sinonimi, ma in effetti non lo sono, in questo specifico caso la parola cura non può essere scissa dai mezzi (facendo esempi, cura della pelle, cura antibiotica, cura farmacologica etc.) che sono predominanti. Dunque nella pratica del reiki intendiamo come cura quell'atteggiamento o intento dell'operatore di "prendersi cura dell'altro" e non può rientrare nella categoria della Guarigione. Quello che avviene durante un trattamento Reiki è che diamo  la nostra disponibilità e focalizziamo la nostra attenzione mettendo a disposizione le nostre competenze ed esperienze acquisite per favorire nell'altro uno stato benessere e armonia tra l'universo interno in relazione con ambiente esterno in cui esso vive. 
(Micro e Macrocosmo, Rei e Ki)
Osservando il punto di vista del ricevente è rilevante mettere in evidenza l'esperienza del sentirsi accolto e "preso in cura" creando così i presupposti importanti per costruire una relazione di fiducia con l'operatore. Attraverso questa relazione di fiducia il ricevente avrà l'opportunità di rafforzare la fiducia in sé stesso così come la capacita insita di rinsaldare e prendersi cura di sé stesso. L'intento del Reiki è nella sua più intima essenza quello di sviluppare nell'altro le capacità  e la consapevolezza dei propri mezzi e potenzialità così da poterli sviluppare per vivere armonicamente con se stesso e con tutto ciò che lo circonda. Reiki però non è in senso medico un cura che guarisce esso però stimola e ed accelera il processo di autoguarigione. Concludo dicendo che il Reiki ti cura ma non cura per cui è importante fare questa sottile ma importante distinzione per non cadere nell’errore di credere che il reiki possa in sé stesso curare come una medicina le malattie. Come abbiamo spiegato il Reiki si prende cura creando i migliori presupposti affinché si possa ristabilire quell’equilibrio essenziale per poter preservare una condizione di salute e benessere. Tale processo deve avvenire attraverso un processo autonomo. Il Reiki partendo da una visione unitaria e olistica prende in considerazione l’essere come unità e non scinde corpo mente e spirito. Inoltre considera l’essere parte integrante dell’ambiente in cui si muove e vive. Le dinamiche energetiche nascono dalla interazione tra l’ambiente e gli individui inserite nei contesti che si vengono a creare quotidianamente. Gli aspetti guaritivi sono intesi come un processo di evoluzione su più livelli e non solo sull’aspetto fisico. Ristabilire un equilibrio è fondamentale per chi vive una situazione di disagio sia che esso sia mentale, fisico o anche spirituale ed il reiki offre con la sua metodica un ottimo ed efficace metodo per lavorare, anche autonomamente, affinché le cause del disagio possano essere elaborate e metabolizzate. Questo fattore umanistico relazionale del reiki può fungere da ponte tra il sistema professionale sanitario e le discipline olistiche che non devono avere la pretesa di sostituirsi alle cure mediche ne di scavalcarle ma possono coesistere trovando quel denominatore comune che è l’amore per il prossimo. Solo così entrambi hanno la possibilità di uscirne arricchiti potendo in questo modo migliorare le cure e la cura delle persone sofferenti.

Reiki Master Graziano Scarascia