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martedì 19 giugno 2012

Evolversi attraverso il Reiki


Nel momento stesso in cui il Reiki agisce sui processi nascosti che hanno attivato un disagio o un blocco, comporta inevitabilmente una crescita, una profonda trasformazione interiore.
Attiva nuove comprensioni, ci da il coraggio di vedere con nuovi occhi i propri blocchi e le proprie paure.
Attiva la disponibilità a rimettere in discussione qualcosa di sé. Diventare "operatore Reiki" significa infatti essere disposti ad individuare, analizzare ed esplorare le cause profonde dei nostri malesseri e i traumi che li hanno generati e che spesso risalgono ad esperienze dell'infanzia o del periodo della gestazione.... Con le tecniche di secondo livello è possibile addirittura "trattare" la propria vita e gli eventi traumatici vissuti.
Crescita personale dunque, intesa come trasformazione delle forme pensiero che ci limitano, ci condizionano e possono influenzare la realtà esterna, fino a determinare le situazioni che creiamo nella nostra vita.
Il Reiki......è il mezzo che ci guida, insegnandoci ad utilizzare la nostra mente per creare una realtà concreta, positiva ed amorevole in cui vivere ed operare!!!!!
Caty

Reiki : oltre la prigione degli schemi mentali


Reiki : oltre la prigione degli schemi mentali


La libertà interiore, tanto agogniata può essere sperimentata solo se la nostra mente è sgombra da convinzioni e credenze obsolete nelle quali ci identifichiamo e sulle quali abbiamo costruito l'immagine del nostro sè.
Un immagine derivante da ciò che ci hanno fatto credere famiglia ,cultura, società,ecc..
La libertà interiore è un obiettivo da raggiungere. Esso richiede coraggio, impegno e dedizione verso se stessi .
E' un processo che include varie fasi :iniziando dal riconoscimento e dall'accettazione del proprio sè ,impariamo gradualmente  a conoscerci oltre l'immagine accolta e consolidata nella nostra mente su ciò che eravamo certi di essere.
Attraverso il percorso Reiki scopriamo che l'immagine nella quale ci identifichiamo in realtà è solo la nostra prigione ,dove noi siamo carcerati e carcerieri allo stesso tempo.
Con la pratica del Reiki si crea un ponte  tra conscio e inconscio che ci consente di vedere oltre qualsiasi identificazione. Andare oltre dipende da noi, "se vogliamo," siamo liberi di abbandonare le false identificazioni collegate al pensiero ,il quale ci sballotta continuamente tra pasato e futuro facendoci perdere l'unico momento reale : ADESSO !
Solo nel momento in cui diveniamo consapevoli che l'unico potere di cui disponiamo per costruirci nel rispetto della nostra vera natura risiede nell'attimo presente, siamo liberi di scegliere e sperimentare così la forma più autentica di libertà.
Reiki ci mostra quello che realmente siamo e ciò ci consentirà di scoprire il potenziale latente che giace indisturbato dentro ognuno di noi .
" Reiki è un mezzo, se e come usarlo dipende solo da noi ".
Un abbraccio di Luce
Costy

Sentirsi meglio con il Reiki


In questi tempi incerti parole come Stress  o ansia  
diventano termini comuni e usati frequentemente. Stress e ansia diventano campanelli d'allarme da parte del nostro organismo per segnalare che stiamo vivendo dei disagi ed essi  ci invitano a guardare in modo un po più approfondito al  nostro stile vita. Da stress e ansia e facile passare a disturbi come l'insonnia, frequenti mal di testa, perdita o assunzione del peso corporeo, stanchezza diffusa e abbassamento delle difese immunitarie . In alcuni casi prolungati di stress e ansia si può arrivare ad avere anche problemi legati alla psiche come crisi di panico e depressione. Quando il nostro organismo è  debilitato da patologie come per esempio il diabete, l'epatite, il tumore,  problemi cardiovascolari ed in generale da malattie croniche  lo stress e l'ansia possono ulteriormente in indebolire il nostro equilibrio psico fisico. Come può il Reiki  migliorare la qualità della nostra vita? Può questa pratica dolce aiutarmi a stare meglio? Chi può fare Reiki?

Il Reiki propone una pratica che promuove il naturale riequilibrio e bilanciamento dei nostri sistemi (biologici e psichici) in modo dolce e non invasivo. Esso inoltre può essere un efficace alleato nella ricerca del proprio benessere. Il Reiki è una pratica sicura che non ha controindicazioni e può benissimo essere integrato nelle cure prescritte dal medico. Attraverso l'auto trattamento il reiki offre un procedimento che può essere applicato in piena autonomia quotidianamente apportando benefici su più livelli. Il Reiki ha un azione lenitiva se praticato con costanza e nel tempo. Gli effetti prodotti dai trattamenti offrono un aiuto concreto nella gestione dello stress e dell'ansia. Fare Reiki aiuta a prendere coscienza dei propri bisogni e attraverso la sua pratica i tempi di recupero del nostro organismo vengono accelerati. A livello psicologico il Reiki attraverso i trattamenti aiuta il nostri due emisferi ad emettere onde Alpha e theta apportando un profondo rilassamento."Ma Cosa sono le onde celebrali?" Le onde cerebrali sono dei tracciati grafici che evidenziano l'attività elettrica del cervello ottenute tramite la registrazione poligrafica dell'elettroencefalogramma. A seconda della frequenza, si dividono in: onde Delta: sono caratterizzate da una frequenza che va da 0,1 a 3.9 hertz. Sono le onde che caratterizzano gli stadi di sonno profondo. onde Theta: vanno dai 4 agli 7.9 hertz, caratterizzano gli stadi 1 e 2 del sonno REM. onde Alfa: sono caratterizzate da una frequenza che va dagli 8 ai 13.9 hertz, sono tipiche della veglia ad occhi chiusi e degli istanti precedenti l'addormentamento. Una delle caratteristiche delle onde alfa è la loro configurazione regolare e sincronizzata. Gli esperimenti condotti registrando le onde cerebrali di monaci Zen in meditazione hanno dimostrato che tale pratica dà luogo a un’emissione consistente di onde alfa. onde Beta: vanno dai 14 ai 30 hertz, si registrano in un soggetto cosciente. onde Gamma: vanno dai 30 ai 42 hertz, caratterizzano gli stati di particolare tensione. (fonte wikipedia). Reiki è un percorso di autoconoscenza che può essere praticato da chiunque abbia veramente voglia di stare meglio e sia disposto a fare qualcosa di concreto per raggiungere tale obbietitvo. Nelle sessioni formative si apprendono le varie tecniche e conoscenze per poter operare su di se e sugli altri. Se dunque sei interessato a saperne di più e hai voglia di conoscere da vicino questa pratica inviaci una mail a graziano@reikilife.it e noi ti inviteremo a partecipare gratuitamente a una delle nostre lezioni dove potrai ricevere dei trattamenti e avrai modo di fare un esperienza diretta.
Graziano Scarascia


lunedì 18 giugno 2012

TIROCINIO REIKI 11/06/ 2012 " DAI KOTODAMA AI SIMBOLI"



L'argomento trattato nel tirocinio di lunedi 11 giugno dal maestro Scarascia , ha toccato uno dei temi più discussi dell'intero metodo Reiki: i "simboli" .Nel metodo Reiki strutturato e trasmesso da Usui nel suo "Dojo ", i simboli  come li conosciamo noi non esistevano. Infatti in una cultura dov'erano abituati alla meditazione, l'ampliamento della coscienza avveniva gradualmente grazie alla tecniche meditative e all'uso abituale dei Kotodama . Suoni sacri che consentivano di connettersi con stadi di coscienza espansa  .Attraverso i quali lo studente diveniva consapevole delle frequenze vibrazionali collegate alle diverse energie intrinseche nella nostra natura energetica .Tali energie sono collegate alla terra ,al cielo e all' essere .
Attraverso le pratiche meditative e l'uso dei Kotodama ,lo studente acquisiva la capacità di creare il collegamento tra  corpo e mente , abbattendo così la dualità e consentendo l'accesso e l'integrazione ultima della sfera spirituale.
Per sostenere i costi del Dojo , nonostante le opposizioni dei suoi studenti che erano contrari alla trasmissione di un metodo spirituale a uomini di guerra ,Usui decise di accogliere i Militari ,ottenendo cosi il sostegno finanziario di cui necessitava. Per agevolarli nell'acquisizione del metodo introdusse i "simboli". 
Il primo degli Ufficiali a ricevere i suddetti simboli fu il dott. Hayashi e la loro divulgazione si deve alla sua allieva diretta Hawayo Takata, che ebbe l'abilità di divulgare il metodo Reiki in Occidente.
Usui Sensei, i simboli li estrappolò dai Kotodama che usava abitualmente :
-Il CHO KU REI, derivante dal Kotodama (H)O(K)UEI),è il simbolo che richiama l'energia della terra , il suo colore è il verde foresta .Ad esso sono collegate le energie del corpo,della guarigione dello stesso e il radicamento.
- Il SEI HE KI ,derivante dal Kotodama EIEIKI, vibra sulle frequenze del color oro e richiama l'energia del cielo ; attiva l'energia legata alla consapevolezza psichica e al focus mentale .
-HON SA ZE SHO NEN derivante dal kotodama HOAZEHONE ( legato allo stato d'essere ),è il simbolo della trascendenza , il quale connettendoci all'energia che ci collega al tutto abatte ogni divisione e ogni limite spazio-temporale.
Questi tre simboli  estrappolati dai Kotodama, rappresentavano  i tre step energetico-evolutivi che il praticante seguiva e segue  tutt'ora per arrivare all'unione di corpo , mente espirito .
 A tal proposito il master si esprime dicendo : " Solo trascendendo fisico e mente arrivo alla spiritualità ,la quale è un punto di vista privilegiato che raggiungo con l'unione di queste differenti vibrazioni energetiche. Se mi concentro solo su un tipo di energia continuo a vivere nella dualità ,mentre la spiritualità è trascendenza che conduce all'unione con il tutto . Trascendere ogni forma di dualità annullando ogni limite spazio temporale , per raggiungere una completa unione con il tutto ,avendo come fine ultimo il conseguimento del  Satori ..."
L'Hon Sa Ze Sho Nen infatti , trascende tempo e spazio ,consentendoci il trattamento a distanza. Esso attiva l'energia che  " trascende " l'ego  connettendoci al livello vibrazionale dove risiede lo stato dell' essere unito al tutto.
Ma Hayashi e in seguito la Takata ,non acquisirono la comprensione profonda del senso  che i Kotodama rivestivano per gli orientali ,e intorno ai simboli si creò un alone di mistero intriso di misticismo che portò a rivestire i simboli di sacralità. Questa credenza si è radicata nelle coscienze, anche grazie al nostro bisogno di attribuire al simbolo un determinato potere il quale, una volta acquisito ci consente determinate manifestazioni.
  Il master prosegue dicendo : "Durante il percorso reiki ,partendo dal primo livello la nostra mente si apre a nuove prospettive acquisendo la consapevolezza di determinate cose che non avevamo mai preso in considerazzione. Ciò avviene maggiormente nel secondo step ,quando lo studente entrando in contatto con i simboli scopre nuovi orizonti ,divenendo consapevole di essere in possesso di capacità che ignorava. [...] l'ultimo step ,è caratterizzato dal lasciar andare tutto ,compreso il potere che abbiamo  attribuito ai simboli [...]. Per Usui ,le frequenze vibrazionali di terra ,cielo e stato d'essere, servivano ad entrare in sintonia con quella determinata energia per raffozzarci a livello fisico e psichico ,per poi giungere alla " trascendenza spirituale," avendo come fine ultimo il conseguimento delSatori
( illuminazione ).
Questo fu il percorso e la finalità di Usui, e di quanti in quel periodo si recavano sul "Monte Kurama " .
Quindi , Reiki è un percorso durante il quale ci strutturiamo nelle differenti frequenze energetiche per poi trascendere tutto cio' che abbiamo acquisito durante il percorso. Il "vero Master ",è colui che lascia andare ogni illusorio potere e diviene consapevole di essere solo un tramite di ciò che accade pur essendone partecipe .
Il Master conclude la lezione facendo degli accenni sul Dai Ko Myo ,dicendo : [...] In realta' tale simbolo non è altro che il Kanji ,della frase che rappresentava il fine ultimo che Usui si era prefissato nel suo percorso spirituale, ossia il conseguimento della  "GRANDE LUCE SPLENDENDE "e gli artefici della grande luce splendente siamo solo noi , poichè essa è in noi che risiede!
La serata prosegue con gli esami di secondo livello brillantemente superati dalle nostre compagne di corso Maria D'Anna e Barbara Cantiello :) AUGURI RAGAZZEEEE !!!
Concludiamo la serata con i consueti scambi Reiki .
Ringraziando il nostro Master vi salutiamo con un immenso Abbraccio di Luce dagli allievi della
scuola ReikiLife Cifor-Caserta.
Costanza D. Morra



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venerdì 8 giugno 2012

Il potere della mente "dalla coscienza alla consapevolezza "


 Il potere della mente : dalla "coscienza alla consapevolezza"



Particolarmente interessante e diversa è stata la lezione del 4 giugno nella scuola ReikiLife Cifor, la quale si è svolta in forma colloquiale, attraverso un interazione continua tra il master e noi allievi.

Ciò che il master durante questa particolare lezione ha voluto trasmette, comprende una serie di input mirati a fornirci ulteriori strumenti per andare sempre più a fondo, nel  lavoro che stiamo svolgendo su noi stessi all'interno del percorso Reiki. Facendoci comprendere sempre più a fondo il termine "consapevolezza", il quale si differenzia sotto vari aspetti dalla semplice "coscienza", delle dinamiche interne che  vanno  a costituire i nostri schemi mentali e le nostre sovrastrutture.
Il master introduce l’argomento proponendo un esperimento da effettuare in gruppo: chiede a noi allievi di pronunciare delle parole a .." caso ".
Le parole che emergono sono: dubbio, incertezza, ansia, paura, fiducia, dipendenza, libertà evoluzione, e consapevolezza.
A questo punto,  ci sottolinea che questi termini che abbiamo pronunciato in modo apparentemente casuale, in realtà "rappresentano l’energia del gruppo", in quel contesto e in quel preciso momento; poiché in quanto gruppo ,attraverso il fenomeno della risonanza andiamo a costituire un unica energia, per cui da questo momento in poi, ognuno di noi  in queste parole, potrà vedere un aspetto del proprio sé, traendone gl'input utili per la propria crescita personale.
Inizia cosi ad esaminare le correlazioni tra le varie parole, e le implicazioni psicologiche ed energetiche che esse comportano. Partendo dal  dubbio, ci fa un esempio su come può svilupparsi una dinamica interna, invitandoci  a riflettere sull'impatto emotivo che questi termini suscitano in ognuno di noi. [...]
" Il dubbio, tende a generare ansia..., all'ansia può essere collegata la paura di perdere la fiducia in noi stessi, da qui scaturisce la diffidenza che proiettò fuori di me, sentendomi vittima di persone o situazioni. Da questa percezione, mi creo l'illusoria speranza che giunga una persona nella veste del Salvatore, ad aiutarmi e magari a trovare una soluzione per risolvere il dubbio dalla quale è scaturita tutta la precedente dinamica ".
Il master approfondendo il concetto di Salvatore ci fa comprendere che anche questo è  un ruolo,  che rappresenta uno schema mentale .
Infatti ci spiega : " quello del salvatore, è uno schema, che prevede una vittima da salvare. In questo ruolo, genero dipendenza nella persona che aiuto, inculcandogli la falsa illusione che per essere felice ha bisogno di dipendere da altri; inoltre nel generare dipendenza mi aspetto che l'altro mi sia riconoscente e risponda alle mie aspettative.. !!! Per cui l'ideale d'amore che mi spinge ad aiutare l'altro corrisponde ad una mia personale visione sull'amore, che mi porterà ad assoggettare l'altro ai miei tempi e modi di percepire la realtà.
Ma questo non è amore ma egoismo! L'amore si manifesta nel rispetto della libertà verso l'altro, per cui preferisco fornire i mezzi affinché ognuno sia in grado di aiutare se stesso "!!!
Ma tornando alla prima parola pronunciata, il master ci evidenzia l'aspetto" rassicurante"del dubbio.
Infatti, se non ci blocchiamo e ci diamo il permesso di valutare la situazione che viviamo in modo oggettivo, acquisiamo la consapevolezza di ciò che proviamo, trovando soluzioni diverse, potremo generare un salto evolutivo .
Infatti liberandoci dagli schemi bloccanti, andiamo oltre la voce auto-sabotante  dal nostro inconscio, la quale attivando emozioni bloccanti, coordina la " sincronicità" degli eventi che attiriamo.
Il pensiero radicandosi in noi, diventa una  " credenza ", che se alimentata diviene "convinzione", ciò dal punto di vista Energetico, significa lanciare nell' Universo tante piccole particelle che andranno a legarsi al tipo di frequenza sprigionata dal nostro pensiero, determinandone la manifestazione. Per cui, è fondamentale osservare i pensieri  che formuliamo e  il conseguente linguaggio che adoperiamo; poiché, l'energia sprigionata dai pensieri e dalle parole  si riflette inevitabilmente sulla nostra realtà.
" Infatti, l'uso dei Kotodama, nel reiki praticato in Giappone, si basa proprio sul  presupposto che la parola reca in sé, " un potere Magico e Sacro ", in grado di generare una manifestazione".
Tutti sappiamo che " il pensiero è energia che crea"; questo concetto lo ritroviamo dall'antica sapienza spirituale Giudaico-Cristiana (rapportato al Logos), alle moderne teorie sulle quali si basa" La legge d'Attrazione".
Ma, "ri-conoscere" il tipo di energia che sprigiona il proprio pensiero, non basta;  per modificare uno schema mentale, è necessario attraversare una fase di elaborazione che consentirà il passaggio dalla semplice conoscenza della situazione o dell'atteggiamento che ci procura sofferenza, all'acquisizione di uno stato di profonda consapevolezza, ossia ( come spiega il master ), " acquisire la consapevolezza autentica significa immergersi " nel-sapere" a livelli profondi di coscienza. Per rafforzare questo concetto, cita la frase di Osho : " Le perle non le troverai in riva, ma nelle acque profonde."
Per cui, per liberarsi dagli schemi che ci imprigionano e generare un atto evolutivo, è indispensabile passare dalla semplice ..."coscienza alla vera consapevolezza " (è ciò a volte può essere qualcosa di simile ad uno stato improvviso di illuminazione, mentre altre volte può comportare un lavoro di introspezione e di elaborazione ).
[...] Noi qui stiamo facendo un percorso durante il quale ognuno, se vuole... ha la possibilità di aprire delle finestre per guardare cosa c'è oltre l'idea razionalistica che ha di se stesso, vedendosi, riconoscendosi e acquisendo la consapevolezza di ciò che lo limita..può decidere e determinare la propria evoluzione!
Il percorso del reiki, è un mezzo che ci aiuta ad aprire quelle famose finestre che ci consentono di vedere le perle che custodiamo nelle profondità del nostro essere, smettendo di delegare agli altri le nostre responsabilità ed evitando di infilarci nel ruolo di vittima delle circostanze, ci  daremo l'opportunità di scorgere le alternative che abbiamo a disposizione per "aiutarci ed evolverci nel rispetto del potenziale che risiede in ognuno di noi".
Il master conclude la parte teorica della lezione, ricordandoci che seguire il percorso evolutivo con il reiki, significa proprio compiere quel balzo che ci consente di spostare il focus dall'esterno al nostro interno, e smettendo di  cercare fuori di noi la risposta, impareremo a porci domande adeguate alla risoluzione della problematica che stiamo vivendo, ad esempio :" di cosa realmente ho bisogno?... Ciò che desidero è realmente un mio desiderio o sto rispondendo per l'ennesima volta ad uno schema" ?
Il master conclude cosi la parte teorica mentre la serata come di consueto si completa con gli scambi Reiki...
Questa sera il master ci ha lasciati con molto materiale da elaborare e su cui poter riflettere !
Un abbraccio di Luce a tutti  ...... Come al solito, da tutti noi allievi ...GRAZIE MASTER!!!!
Costanza D. Morra
Scuola ReikiLife Cifor

Scuola ReikiLife Cifor M° Scarascia Graziano


mercoledì 30 maggio 2012

ATTEGGIAMENTO ED INTENTO NEL PERCORSO REIKI lezione Tirocinio 28/05/2012

ATTEGGIAMENTO ED INTENTO NEL PERCORSO REIKI

La prima fondamentale fase che caratterizza la vita di uno studente di REIKI è quella dell'APPRENDIMENTO: infatti, come il bambino ha bisogno di nutrimento per vivere, cosi' lo studente è rapito dal bisogno di conoscenza; la seconda fase è quella dell'ACCOGLIENZA alla quale segue quella della COMPRENSIONE, che ovviamente porta necessariamente alla METABOLIZZAZIONE del materiale teorico-pratico inglobato ed innestato nella propria vita. Questa elaborazione determina non solo l'assimilazione ed il riconoscimento interiore attraverso l'impianto nozionistico, ma soprattutto la consapevolezza del superamento del livello al quale è associato: quello fisico.
Trascendendo da tale piano, lo studente è in grado di procedere, mettendosi alla prova con l'esame di passaggio, per poi accedere allo step successivo.
Le informazioni si ampliano, di conseguenza avviene un mutamento nell'attegiamento dello studente, che avviene grazie alla COMPRENSIONE, nel momento in cui ha accolto l'opportunita' di STARE CON SE' STESSO.
L'indice di comportamento indica il grado di EVOLUZIONE nel quale ci si trova. Il REIKI è disciplina e la DISCIPLINA è rigidità', è una strada tracciata ,che inevitabilmente crea delle resistenze, portando alla luce anche le debolezze: ma è proprio nella disciplina e nella rigidita' che ci si misura. Infatti essa dà la FORMA, perchè attraverso il percorso l'INTENTO dello studente giunge al CENTRO dello stesso, permettendo di SCOPRIRE chi e che cosa veramente è. Partendo dal cuore che rappresenta il centro di tutto, sede dell'anima e luogo delle emozioni, dove si matura l'esperienza spirituale ed ascoltandone la voce, si realizza il contatto consapevole col Sé Superiore, ottenendo una spinta evolutiva.
Attraverso il cuore, l'essere umano cresce ed ogni sua scelta diventa manifestazione autonoma del proprio libero arbitrio. “Sentire” vuol dire aprirsi all'ascolto generoso e privo di pregiudizi, prima di tutto verso se' stessi. In realta' la disciplina consente di lavorare su stessi, incontrando le SOVRASTRUTTURE create a difesa delle debolezze. Se non avremo il coraggio di incontrarle, saremo solo abili a nascondere ed EVITARE la VERITA'.
Nasce, dunque,spontanea la domanda: "QUAL E' l'intento PER CUI SONO QUI E SCELGO TALE PERCORSO?", "COSA VOGLIO OTTENERE?". E' in tali riposte che possiamo davvero misurare la nostra consapevolezza
, che sicuramente sara' relativa al TEMPO nel quale mi ritrovo. Infatti, la stessa domanda, a distanza di tempo, avra' una risposta sicuramente diversa, che dipendera' dalla CONSAPEVOLEZZA ACQUISITA!!
Il REIKI consente di entrare in contatto con la propria sacralita', portando con sè il segreto dell'amore, che dall'Universo scende fino a noi avvolgendoci in un potente abbraccio di energia che favorirà il contatto tra lo spirito e la materia, accelerando l'evoluzione di chi lo pratica e di chi lo riceve.
Reiki è un atto importante che permette la connessione con l'energia pura che proviene dall'UNIVERSO, dove si manifesta la coscienza, la fonte di informazione che consente alla materia di strutturarsi nello spazio/tempo. COS'E' L'INTENTO? L'intento è l'intenzione che volgiamo all'universo, affinche' possa essere accolta se questo fa parte del mio progetto evolutivo.
La differenza sostanziale tra INTENTO e VOLONTA' sta nel fatto che il primo implica anche una non realizzazione, mentre il secondo manifesta la pretesa del raggiungimento (IO VOGLIO).
Il maestro di REIKI è un esperto nel porre INTENTI, sia nelle attivazioni che nei trattamenti.
Di conseguenza, l'atteggiamento è fondamentale, perchè oltrepassando l'ego che viene sgretolato, l'intento avra' strada libera verso la PUREZZA. Anche ai fini di una buona realizzazione di un trattamento, l'atteggiamento e l'intento dell'operatore rappresentano la maturita' che quest'ultimo avra' nel porsi verso un tale atto d'amore.
Crediamo vivamente che il vero BENESSERE sia quello non del singolo, ma quello della collettività': se avro' aiutato anche solo una persona a stare meglio, avro' ottenuto una conquista notevole!!!
L'immagine piu' realistica, nello stato di crescita del Reiki, è quella che il mio benessere scaturisce non solo dal lavoro personale, ma da quello SOCIALE. Ognuno,nel suo piccolo, diventera' mezzo di evoluzione per altri ed altri ancora.
"TI AIUTO AD AIUTARTI, SE L'UNIVERSO LO RITIENE UTILE." Solo se l'altro giunge da solo alla comprensione, avro' raggiunto il mio scopo.

LEZIONE DI TIROCINIO
REIKILIFE CIFOR -CASERTA
28/05/2012
REIKI MASTER GRAZIANO SCARASCIA



REIKI CONCETTO DI LIBERTA' NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA TIROCINIO 21 / 05 / 2012



CONCETTO DI LIBERTA' NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA :" In qualità di operatore ,quanto sono libero di intervenire attraverso tecniche verbali e fisiche" ?

Ieri sera nella scuola ReikiLife Cifor è stato affrontato un tema molto delicato quale :la libertà all'interno di una relazione terapeutica e delle limitazioni intrinseche che essa comporta .
Il Master inizia la lezione ponendo delle domande che suscitano una serie di riflessioni :
_Quanto è costrittiva questa relazione ?
_Quanto ne siamo condizionati ?
_La terapia stessa, che grado di libertà offre ?
_Nel mettere in atto quella che è la mia libertà di  pensiero e azione, in quale misura vado a ledere la libertà altrui ?

Iniziando a sviscerare l'argomento, ci fa notare gli aspetti sia "positivi che negativi"  insiti  nel concetto di libertà riferito al vivere quotidiano per poi estenderlo all'ambito della relazione terapeutica .
La libertà come concetto  inteso in senso positivo, è rappresentata dall'esercizio del " libero arbitrio ", ciò ci consente di pensare e trasformare lo stesso pensiero in azione .
Ma questo aspetto della libertà comporta numerose implicazioni dalle quali emerge il rovescio della medaglia , ossia  l'aspetto negativo della stessa libertà .Infatti  nel mettere in atto il nostro pensiero, spesso ci imbattiamo  in ostacoli di ordine oggettivo ( ostacoli finanziari ecc.. )  e soggettivo quali: resistenze interne ,meccanismi di transfert ,schemi mentali ecc..., i quali bloccano la messa in atto della decisione inziale .
Nell'ambito della terapia Reiki ,il concetto di libertà attraversa le stesse fasi ,essendo una relazione che coinvolge due individui ,entrambe le parti pongono in essere la loro volontà .
Il cliente esercita la sua forma di libertà, iniziando con la scelta del tipo di terapia alla quale vuole sottoporsi ,l'operatore al quale affidarsi ,e attraverso l'espressione della richiesta di aiuto rivolta al terapeuta.
Mentre il terapeuta è libero nell'accogliere la richiesta del cliente e nella scelta della metodologia da applicare per mettere in luce gli aspetti  bloccanti che influenzano lo stato psicofisico della persona che sta trattando.
 Il Master, focalizza l'attenzione sull'atteggiamento emotivo che un buon operatore deve assumere  ,ossia il DISTACCO EMOTIVO dalla situazione. Su questo si esprime dicendo : " è fondamentale non lasciarsi condizionare dalla relazione che si è instaurata con la persona che stiamo trattando e dalle conoscenze acquisite sulla stessa ,nella nostra cultura di stampo Giudaico Cristiana,siamo abituati ad esprimere il giudizio e a fornire il rimedio... ad es .: " tu stai male perchè.... quindi per star meglio dovresti ....."
Nell'ambito di una relazione trattante / trattato  in qualità di terapeuti, abbiamo la responsabilità di considerare le implicazioni psicologiche che inevitabilmente scaturiscono dagl'Input che trasmettiamo alla persona che stiamo trattando ,poichè la nostra visione è fortemente condizionata dai propri filtri ; infatti l'operatore più è coinvolto nella relazione e maggiore è il rischio di fornire all'altro, input  derivanti dalle proprie proiezioni , credenze, e aspettative egoiche, proponendo all'altro quello che  secondo noi è il meglio per lui .
 Considerando che in qualità di operatore ho la responsabilità di prestare la massima attenzione a non interferire con il libero arbitrio dell'altro ,devo prestare estrema attenzione agli  Input che rilascio ,questo richiede oltre ad un lavoro  di destrutturazione di se stessi , l'abilità nel rimanere imparziali nella trasmissione dei messaggi verbali anche quando il " rimedio " ci viene esplicitamente richiesto , poichè quello che ci verrebbe spontaneo consigliare all'altro è frutto della nostra personale visione della problematica altrui ,la quale potrebbe essere  inadeguata alla problematica  che ci viene sottoposta  , rivelandosi perfino dannosa per l'altro .
Per cui il Master  ci incita ad acquisire l'abilità di indurre l'altro a trovare il rimedio dentro di se , e la relativa soluzione ,ad esempio ponendogli  domande del tipo  : Cosa ritieni sia meglio per te adesso ? Cosa potrebbe farti star meglio ?

Mentre lavorando con il sistema dei Kata ( posizioni fisse ), l'operatore sperimenta la sua libertà sia in senso positivo che negativo ,infatti se da una parte è vincolato all'esecuzione di una sequenza prestabilita ,dall'altra è libero da ogni vincolo interpretativo .
Concludendo la lezione il master ci porta ad aqcuisire la consapevolezza apparentemente paradossale  che in realtà ,[...] " la forma  autentica di libertà della quale un operatore non può fare a meno, è la libertà di non assumersi la responsabilità della guarigione altrui .

La serata prosegue con  l'approfondimento relativo alle ultime tecniche apprese e con gli scambi Reiki .Un grazie di cuore al nostro Master e un caro saluto a tutti voi dagli allievi della scuola ReikiLife Cifor
Costanza D. Morra
Reikilife staff


domenica 20 maggio 2012

Reiki livelli e strutturazione formativa


Il Reiki è strutturato in quattro gradi 

Questi quattro livelli di apprendimento, rappresentano il percorso che lo studente o praticante Reiki deve compiere per interiorizzare interamente il sistema Reiki.
Ad ogni livello corrisponde un " rito di passaggio "; in occidente, tali riti vengono definiti :  "iniziazione","armonizzazione", oppure  "attivazione".

In Giappone, la stessa procedura del rito di passaggio, viene chiamata "Reiju" ossia ,benedizione o trasmissione dello spirito. Tuttavia, tra il metodo orientale e occidentale , ci sono delle differenze sostanziali ,manifeste nell’intento con le quali esse vengono trasmesse.
In occidente la procedura del rito di passaggio, viene eseguita ogni volta che lo studente accede  al livello superiore  di apprendimento ; mentre in oriente Reiju, viene ricevuto ogni volta che i praticanti Reiki si incontrano con il proprio maestro per praticare .Tale differenza contraddistingue i due metodi di apprendimento, riflettendosi  nella formazione personale e professionale degli operatori nelle  due differenti culture.

Infatti  in Giappone , il Reiki  viene visto più come un percorso a " lungo termine ", durante il quale si susseguono incontri regolari con il proprio maestro, i quali consentono  allo studente ,di entrare sempre di più nell'essenza del sistema Reiki. Per cui " l'approccio e il fine " , assumono una valenza più interna ,ciò è facilitato anche  dalle intrinseche attitudini e peculiarità culturali e religiose tipiche dell' oriente.
Mentre l'approccio occidentale al Reiki è più pragmatico,  proponendo  il tutto in un incontro,  rappresenta una vera full immersion  dove viene curata principalmente la parte  pratica (le tecniche relative ai vari trattamenti) , alla quale di solito non segue nulla e lo studente procede generalmente  con  il metodo " fai da te" .
Purtroppo ,ciò che ne deriva è la difficoltà nella comprensione del Reiki nel suo significato più profondo e misterioso.
Confrontando i due approcci da vicino notiamo che : nello Shoden (1°livello), in occidente si da enfasi alla parte relativa ai trattamenti fisici.
Poichè  il primo livello corrisponde e coinvolge la sfera "fisica" , l’intento perseguito è quello di portare attenzione al proprio corpo ed al suo funzionamento,  mantenendolo in salute attraverso l' esercizio dei vari "Kata" (tipi di trattamento).
Mentre in Giappone, lo Shoden corrisponde all’ingresso nel proprio mondo interiore.
Infatti le varie tecniche insegnate, hanno l’intento di sviluppare la sensibilità psichica del praticante affinchè esso possa essere in grado di percepire i movimenti del Ki ed i suoi Hibiki .
Tecniche come  " Hatsu Rei Ho, Reiji  e Gassho ", aiutano il praticante a raggiungere tale intento , ma  non è abilitato  ad effettuare i trattamenti  .
Da ciò si evince  sostanziale differenza che contraddistingue i due metodi di apprendimento e la conseguenziale differenza  esistente nella formazione  degli operatori nelle  due culture.
Nell' Okuden (2°livello) in occidente, il praticante, viene messo in contatto con la sfera mentale ed emozionale ,attraverso i tre simboli, (chiavi energetiche o piani di consapevolezza),  inseriti durante l’attivazione energetica nell'Aura dello studente.
A questo punto il praticante ha la possibilità di  riconoscere e comprendere quanto i proprio processi mentali abbiano una forte influenza sul  piano emozionale e di conseguenza su quello fisico.
L’ Ego durante questo livello viene esaltato per essere compreso a pieno  ; elementi come : il potere e la paura sono dominanti durante questa fase , la quale apporta una nuova e profonda consapevolezza.
In Giappone l’ Okuden (Insegnamento profondo), è suddiviso in due sottolivelli :  Zenki e Kouki.
Nel primo vengono insegnate tutte le tecniche atte a trattare l’altro (Chiryo), mentre nel secondo vengono passati i tre Kotodama (Suoni sacri o mantra), che servono al praticante a richiamare a sè delle vibrazioni particolari per aiutarlo ad entrare in determinati stati di coscienza  espansa. L’insegnamento profondo che viene favorito è quello della consapevolezza che precede l’intento ultimo del Reiki : " l' unione del Ki (l’energia personale) al Rei (l’energia universale) .
Lo  Shinpinden (3°livello A ) in occidente, fa accedere il praticante Reiki al livello spirituale. Infatti durante la procedura di attivazione viene passato il simbolo del maestro il quale, serve a connettersi con il mondo spirituale  mettendosi a disposizione di esso.
L’abbattimento dell’ego a questo livello è la prova più ardua,  l’Amore Universale, ed il bene comune dovrebbero prendere il posto dei propri interessi e desideri egoici.
Solo negli ultimi anni in occidente tale livello è stato suddiviso in due (3a e 3b ) .
Nel primo ( 3a ) , si viene attivati al  fine di favorire la propria crescita spirituale senza  essere abilitati all’insegnamento.
Mentre nel livello Shinpinden (3b ), si riceve  l'abilitatazione all’insegnamento e in tale sede, vengono mostrate le procedure di attivazione.
In Giappone lo Shinpinden (insegnamento Misterioso), mette il praticante davanti ai misteri spirituali della vita, evidenziando come essi possono avere un influenza benefica sulla loro esistenza e su quella degli altri.
Il livello ShiHan (Maestria),  è riservato a coloro che vogliono divulgare ed insegnare il sistema.
Usui Sensei disse che avrebbe lasciato tale livello aperto a tutti coloro i quali lo avrebbero superato in bravura, stimolando cosi nel praticante l’impegno a fare meglio del suo maestro naturale. (Uccidi il tuo maestro)
L’intento più profondo di questo livello, è quello di far emergere dal proprio essere la "grande luce splendente"  che illumina il mondo " ; il conseguimento del  "Satori " (illuminazione), rappresenta l'obiettivo da perseguire .

Sensei Mikao Usui (Il fondatore del sistema Reiki), aveva invesitito tutta la sua vita alla ricerca di tale stato di illuminazione che raggiunse solo poco prima della sua morte. La ricerca del grande mistero spirituale della vita risiede nell’auto realizzazione e nella ricerca dell’ Anshin Ritsumei (Assoluta Pace Interiore).
Si comprende a questo punto del percorso , che tutte le precedenti strutturazioni erano funzionali per arrivare  alla grande verità ossia, al "Dai Ko Myo" (Grande luce splendente), il quale invita l’essere a trascendere e ad abbandonare tutto . (destrutturazione )
Vorrei concludere dicendo che mentre il percorso occidentale è un po più incentrato sulla guarigione fisica e i percorsi formativi sono brevi ed intensi, l’approccio giapponese punta sopratutto sul percorso interiore, il quale prevede  una formazione a lungo termine.
Senza  voler sminuire in alcun modo l’approccio occidentale, personalmente trovo che  l'approccio giapponese sia  più completo .In qualità di  master ritengo che tali precisazioni possono avere delle valenze teorico tecniche interessanti per i maestri che si applicano nel migliorare il reiki ,giorno per giorno con il loro lavoro ed impegno.
Come ho detto già molte volte, essere maestro non è un privilegio ma una grande responsabilità che va affrontata quotidianamente, per essere in grado di offrire il meglio a coloro che si affidano a noi con l’intento  di apprendere questo meraviglioso sistema di auto realizzazione.

Graziano Scarascia

sabato 19 maggio 2012

TIROCINIO REIKI SETTIMANALE 7/ 5 / 2012


Ieri sera nella scuola ReikiLife Cifor ,abbiamo affrontato il tema della diagnosi Bioenergetica 

Iniziando da un ripasso sul corpo Aurico e sulle caratteristiche che contraddistinguono i vari strati  che compongono l'Aura,il master inserisce delle nozioni più dettagliate sul  "Corpo Aurico" fornendoci degli approfondimenti  sull'argomento.
Partendo dall' Eterico Inferiore, il quale costituisce il primo corpo energetico, strettamente connesso al corpo fisico, sviscera tutti gli aspetti ad esso collegati, dal piano simbolico a quello vibrazionale ; a seguire esaminiamo tutti gli altri corpi sottili fino al settimo . 
Servendosi di questa introduzione ci  guida nel mondo della " diagnosi energetica dell'aura " , mostrandoci  come effettuarla con l'ausilio del "BYOTENSOR" e come un operatore può intervenire attraverso tre differenti metodi  per il  riequilibrio energetico del corpo aurico e del rispettivo chakra al quale il corpo è collegato. Evidenziando inoltre che  uno squilibrio energetico creatosi nell'aura , scendendo nel corpo fisico, emerge sotto forma di disagio o malessere.
 Annalisa ,una delle nostre compagne di corso si offre volontaria per la dimostrazione del primo metodo , il master inizia ad effettuare la diagnosi sul corpo sottile che lei stessa ha scelto di esaminare .
La prima fase consiste nel misurare la frequenza e la qualità vibrazionale del corpo sottile ,dopo il master gli trasmette degl' input verbali , ai quali segue una risposta immediata da parte di Annalisa .
Risposta che come tutti possiamo notare dalla mimica facciale , parte inizialmente dalla parte inconscia  e gradatamente entra nella sfera della consapevolezza ,provocandole una reazione emotiva che la induce a riconoscere il pensiero limitante che provocava lo squilibrio  . Tale processo avvenuto nell'arco di pochi minuti ha provocato una variazione vibrazionale riarmonizzante al corpo Aurico sul quale si era focalizzata l'attenzione .
Con questo metodo il master ci rende tangibile l'importanza dei pensieri che formuliamo e di quelli ai quali siamo continuamente esposti ; a tal proposito si esprime dicendo : ..." il nostro pensiero è fortemente legato al corpo Aurico ...qualsiasi pensiero si riflette nel campo aurico e il nostro corpo fisico, è l'ultimo  a percepire ciò che è già una realtà a livello sottile "...
Sempre con il supporto del Byotensor per la diagnosi , il master ci mostra un altro metodo , per questa dimostrazione Caty si offre volontaria e il master inizia : lo strumento di cui si avvale per riequilibrare lo scompenso evidenziato dal Byotensor è ilCONDENSATORE , il quale a differenza dell'input verbale ,non da una risposta immediata ma attraverso la frequenza emanata dal colore apporta ugualmente il riequilibrio a livello bioenergetico.
Il terzo metodo che ci mostra, e' quello che ci risulta piu' familiare ossia ,dopo la diagnosi effettuata  su Michela( sempre con il Byotensor) ,si procede con l'espressione dell'intento e il seguente trattamento dello strato aurico avviene in modo diverso in base al livello Reiki dell'operatore . Ad esempio un operatore di primo livello effettuerà il riequilibrio energetico attraverso l'imposizione delle mani sul chakra corrispondente allo strato Aurico sul quale sta intervenendo.
La prima parte della lezione si conclude , e prima di procedere con la parte pratica e gli scambi , festeggiamo insieme il 46° compleanno del nostro maestro :))
Un abbraccio a tutti voi che ci seguite dagli allievi della scuola ReikiLife Cifor
Costanza D.Morra
ReikiLife Cifor


venerdì 18 maggio 2012

" La malattia , un mezzo dell'Anima per conseguire l'evoluzione "

 " La malattia , un mezzo dell'Anima per conseguire l'evoluzione "



Durante questa lezione il master ha affrontato uno dei temi più scomodi per ogni essere umano ,ossia la  malattia in 

quanto espressione di un disagio derivante dal conflitto tra Anima ,mente e corpo .

L ' argomento durante la lezione viene esaminato sotto le sue diverse implicazioni e  sfumature .
Partendo dalla parte più tangibile e più " sentita " ossia l 'impatto che ogni malattia ha nella vita di ognuno di noi .Il Master ci guida in questo viaggio che si conclude con l'acquisizione della consapevolezza che la malattia non è fine a se stessa , ma fa parte del grande disegno evolutivo dell'Anima.

[...] "Siamo immersi in un grande piano evolutivo, dove ognuno di noi deve riconoscere la sua appartenenza e comprendere le richieste evolutive della propria anima, divenendo  consapevoli  del messaggio intrinseco contenuto in  ogni singolo disagio o malessere e quello che è il nostro ruolo  nel grande film della  vita    ".

Ma come comprendere le richieste e le spinte evolutive della nostra anima  le quali spesso sono in netto disaccordo con la nostra innata spinta orientata alla ricerca del piacere ?
Uno dei mezzi più comuni è l' espressione e la manifestazione a livello fisico resa evidente dal  " Linguaggio del corpo "  il quale origina dalla qualità e l'intensità dei nostri pensieri  e delle emozioni ad esso collegate . 
  A tal proposito il master si esprime dicendo :[...] " essendo l'essere umano l'insieme di tre parti strettamente connesse e intercomunicanti tra loro ( mente ,corpo e spirito ) è sufficiente un solo pensiero disarmonico a determinare un processo che genera tensione e conflitto interno il quale si rifletterà sui diversi piani dell'esistenza .

Il conflitto affonda le sue radici nella qualità del pensiero , il quale condiziona le manifestazioni fisiologiche come la qualità del respiro , le contrazioni muscolari e la conseguente  postura ". Questo processo svolto al di fuori della nostra consapevolezza, si riflette ovviamente a livello Bio-Energetico causando i  " blocchi " che impediscono il regolare fluire dell'energia vitale ( Ki ,Prana, ecc ), [..] infatti:  il blocco è rappresentato da un grumo di energia stagnante ,il quale rappresenta a livello simbolico, il " lasciar andare ciò che non serve più per far spazio al nuovo che mi condurrebbe all'acquisizione di nuove consapevolezze in grado di farmi evolvere " .

A questo punto il Master consiglia un lavoro di osservazione dei nostri attegiamenti  il quale ci consente di portare consapevolezza sulle  dinamiche interne che generano malessere e quindi " blocchi energetici "  ossia , la capacità di 
porci nella condizione di osservatori esterni e " monitorare la qualità e l'intensità del nostro pensiero e l'emozione che ne deriva , o di avvalerci dell'aiuto di altri ( ad esempio i terapeuti ), al fine di trarre gli input necessari per la comprensione delle forze che si stanno muovendo a livello inconscio . Ciò consentirà la presa di coscienza di ciò che stiamo determinando con il nostro pensiero-emozione e di compiere il primo passo verso la soluzione della causa del blocco .Ma il solo comprendere a livello mentale il meccanismo interno  non rappresenta la sua risoluzione, la quale può essere determinata solo dal desiderio autentico  di andare oltre quel limite autoimposto.Consentendoci di cambiare il nostro modello di pensiero e di comportamento saremo in grado di lasciar andare ciò che in noi genera la tensione e il disagio, che se non ascoltati sfocieranno nella patologia.

Dopo queste considerazioni ,il master ci fa comprendere l'importanza della conoscenza profonda  nella formazione di un operatore Reiki ,dell'anatomia sottile , prendendo in esame il sistema dei Chakras i quali, avendo una stretta connessione con la fisiologia e la psicologia, ci forniscono la possibilità di intervenire anche a livello verbale per fornire alla persona che stiamo trattando i giusti input,che gli consentiranno di riconoscere la causa sottostante alla sofferenza che sta vivendo.  
Per farci meglio comprendere la stretta connessione tra chakras ,organi ed emozioni ci presenta alcuni esempi tra i quali : una disfunzione del 3° ch.coinvolge emozioni come la rabbia e l'aggressivita' che si manifestano a livello fisico sotto forma di disturbo o di vere e proprie patologie a carico degli organi  atti alla digestione e metabolizzazione fisiologica del cibo sia fisico che mentale.
Il master conclude la parte teorica della lezione ponendo l'attenzione sulla difficoltà che abbiamo nel superamento dei blocchi ,ma facendoci riflettere sulla loro funzione all'interno del piano evolutivo e il senso profondo che la malattia assume al suo interno ,poichè è grazie alla malattia  che abbiamo l'opportunità di vedere i nostri modelli comportamentali e di pensiero ,mettendoci nella condizione di scegliere se trattenerli o lasciarli andare a favore di modelli nuovi e più adatti al nostro attuale stato .
Sottolineandoci che la natura fin dalle origini verte verso l'evoluzione ci fa riflettere su una profonda verità ,  [...] Spesso le cose più pesanti si rivelano una benedizione  ,poichè è nel perderci che abbiamo la possibilità di ritrovarci ...[...] se io rimango nei miei confini e mi adagio nella struttura che mi sono creato, non avrò mai la possibilità di scoprire che cosa c'è oltre.  La malattia rompendo i miei schemi e facendo crollare le certezze che ho su di me ,mi consente di andare oltre !
La parte teorica si conclude cosi ,lasciando  come sempre spazio alla parte pratica e agli scambi ..

Un grazie di cuore al nostro Master che ogni settimana ci guida all'acquisizione di consapevolezze sempre nuove e più profonde in questo percorso di vita che abbiamo scelto di seguire e un forte abbraccio a tutti voi  dagli allievi della scuola ReikiLife Cifor .
Costanza D' Ambra Morra

Scuola ReikiLife Cifor